Mentre eravamo distratti dalla nomina di Lino Banfi all’UNESCO, oggi il “buon” ministro Salvini, quello tenero della pastasciutta e dei gattini, ha mandato l’esercito, sì l’esercito (perché siamo in guerra) per deportare i migranti regolarmente accolti nella struttura di Castelnuovo di Porto, vicino Roma.
Donne, uomini, bambini, ben inseriti nel tessuto sociale, famiglie che ora vengono separate e spedite chissà dove.
Alcuni li hanno caricati nei pullman per destinazioni ignote. Altri, 150 titolari di protezione umanitaria, “un bacino in fronte” e messi per strada, con la pioggia e il freddo che fa. Nessuno è stato avvertito per tempo: un vero e proprio blitz, neanche fossero dei mafiosi.
Domanda semplice semplice: tutta questa gente, che prima aveva un posto dove dormire e imparare l’italiano, che fine farà? Sotto un ponte, o buttati per strada. Manodopera per la criminalità o per i caporali?
O magari, a occupare qualche posto degradato dove poi, il ministro della Propaganda Salvini, potrà andare a fare le sue dirette Facebook per lo sgombero. In un dannato circolo vizioso che alimenta la sua narrazione cattivista. Bella la sicurezza targata Salvini, no?
Ma lui non si ferma, va avanti: glielo chiedono gli italiani, dice. Ma quali italiani?
Perché non va a chiederlo a tutti gli italianissimi che lavoravano nel centro e che si ritrovano da un giorno all’altro senza lavoro? Parliamo di 110 lavoratori. 110 famiglie italiane buttate per strada anche loro, esattamente come i richiedenti asilo.
Stesso destino. Stesso ignoto destino per loro e i loro figli.
Perché la cattiveria, non guarda il passaporto e colpisce tutti, indiscriminatamente.
Ora, che vogliamo fare? Stiamo a guardare o ci incazziamo seriamente?
(video RAI ©TG3)