Site icon Daniele Cinà

L’aereo di Renzi

Il video di Di Maio e Toninelli dal cosiddetto “aereo di Renzi” è devastante. Non entro nel merito dell’opportunità dell’aereo o meno. Non spetta a me. Parlo solo dell’aspetto comunicativo.
Un capolavoro della propaganda a 5 stelle degno di un documentario di Leni Riefenstahl.
Semplice ed efficace. Coerente nella forma e nel linguaggio. Anche se pieno di inesattezze e bugie. Una fra tutte, “non ci sono penali”. Nella realtà nel contratto si parla di 42 milioni di euro. Ma nell’epoca della post-verità, la verità appunto non conta. Conta il messaggio e a quante persone arriva questo messaggio.
Su Facebook, in meno di 24 ore è a oltre 3 MILIONI di visualizzazioni solo dal profilo di Di Maio.
Poi ci sono tutti gli altri parlamentari M5S che lo hanno caricato e le repliche dai vari profili e pagine satellite. In qualche giorno possiamo prevedere il raggiungimento di 10 milioni di visualizzazioni. Destinato a crescere in modo esponenziale giorno dopo giorno.
Poi, sempre Di Maio ha postato un’ulteriore foto da dentro l’aereo raggiungendo quasi 100 mila like.

A tutto questo come è stato replicato su Facebook?

Sull’argomento ho letto solo un post di Renzi, fatto prima della diretta di Di Maio, che ha 3500 condivisioni e 16.400 like.

Il deputato Anzaldi ha poi postato un estratto della diretta di Di Maio dove denuncia le gravi diffamazioni contro Renzi: 1200 like e 1000 condivisioni.

Poi, poco o niente altro su Facebook.

Per rimanere in tema aeronautico, è come fare la guerra contro i caccia militari con le frecce degli indiani.

Personalmente trovo tutto questo inaccettabile, per non dire umiliante. Per non parlare del sentimento di frustrazione di chi, militante o simpatizzante, subisce tutto questo come uno tzunami, senza poter fare nulla.
Ed è quello che accade ormai da anni. Con i risultati che conosciamo.
Le recenti elezioni peraltro, qualora fosse servito ribadirlo, avevano già dimostrato l’influenza dei social sull’elettorato. Eppure nulla è cambiato da allora. Anzi.
Io mi auguro che si corra presto ai ripari. E non parlo di fare un tweet o un post in più…
Mi auguro che ci si decida una volta per tutte a scendere in campo seriamente per riconquistare lo spazio digitale al momento occupato in modo preponderante da altri, e vediamo purtroppo come, tutti i santi giorni. Uno spazio necessario dove tornare a parlare civilmente di contenuti veri, delle nostre idee, di democrazia, di diritti e futuro. Riprendendo, a poco a poco, se ci si riesce, quello spazio che oggi è occupato da odio, livore, spesso frutti avvelenati di falsità e disinformazione.
Non penso solo che sia necessario tutto questo. Penso che sia proprio obbligatorio. Stare a guardare non è più possibile.
Ne va della nostra democrazia.
L’alternativa? Fare la fine degli indiani, appunto.